Glossario

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MAHAT

 
(San.) - Letteralmente, "Il Grande", un termine della filosofia indù equivalente alla Intelligenza Divina, o Mente Cosmica. Nella Dottrina Segreta è l'aggregato delle intelligenze divina e spirituale del nostro cosmo. Esso è il primo principio dell'Intelligenza e della Coscienza Universali. Nella filosofia Puranica, il primo prodotto della natura-radice, o Pradhana (lo stesso che Mulaprakriti); il produttore di Manas il principio pensante, e di Ahankara, l'egotismo o il sentimento di "Io sono Io" (nel Manas inferiore). Mahat è il Terzo Logos, l'Intelligenza Cosmica, l'Ideazione Cosmica, l'Anima Universale del Mondo, il Noumeno Cosmico della Materia, la base delle operazioni intelligenti della Natura, il Maha Buddhi. È il primogenito di Jnana (o Gnosi), la Conoscenza, la Sapienza, il fantasma riflesso di Parabrahman, l'Assoluto Nirguna, l'Unica Realtà. Mahat è il Pensiero di Dio, la Conoscenza Universale, durante la Creazione primaria (Mahat-Tattva). Quando Mahat si trasforma nel Manas umano, diventa lo stato di Aham, Io sono, l'Egoismo. Nella Seconda Creazione (Mahat-Bhuta), Mahat diventa la sensazione di Sè, Ahamkara. Da Mahat emanano i Figli della Luce, poi i Dhyan Chohan, i Dhyani Buddha, i Bodhisattva, ecc. Mahat nell'uomo è la Mente, il Manas. Esso è il primo prodotto di Pradhana, la Materia primordiale, ed anche il primo aspetto cosmico di Parabrahman. Il Mahat collettivo (possibile riferimento a Jung) è la Mente Divina Universale. La saggezza umana è il riflesso di Mahat. I figli di Mahat sono gli attivatori della Pianta umana, la scintilla che vivifica l'animale umano. Essi sono i Divini Ribelli che, saltando i mondi intermedi, hanno dato all'uomo il pensiero autocosciente che, liberandolo dall'immobilità del puro spirito, ne hanno fatto un Dio, in potenza, nel bene e nel male. I Ribelli sono i nostri salvatori, sono gli avversari degli Dei che, incarnandosi negli uomini ancora senza intelligenza della Terza Razza, li resero coscientemente immortali. Essi rappresentano il Logos duale, il contrastante principio bifronte dello uomo. Satana, il Drago Rosso, il Signore del Fosforo, Lucifero, sono tutti nomi che stanno ad indicare la nostra mente, il nostro Redentore e Tentatore, l'intelligente Liberatore e Salvatore dalla pura animalità. E questo principio è un'emanazione di Mahat. L'indù Indra corrisponde al principio cosmico di Mahat, a Manas, nel suo duplice aspetto che si volge da un lato a Buddhi e dall'altro a Kama. Come Mahat, l'Intelligenza universale è la prima nata; ma essa si manifesta anche come Vishnu e poi, quando cade nella Materia, sviluppa l'autocoscienza e diventa egoismo. Allo stesso modo Manas è di natura duale, è soggetto al Sole ed alla Luna, ovvero alla Ragione ed alla Mente. Ragione e Mente sono le divinità degli organi umani, diceva Shankaracharya. L'Intelligenza, Buddhi, è il sesto principio umano, ma anche il settimo senso, che diventa l'Albero il cui frutto (l'emancipazione) distrugge l'Albero Ashvatta, simbolo della vita e dei suoi piaceri illusori.

FOHAT

 
(Tib.) - Un termine usato per raffigurare la potenza attiva (maschile) della Sakti (il potere riproduttivo femminile) nella natura. L'essenza dell'elettricità cosmica. Un termine occulto Tibetano per Daiviprakriti, la luce primordiale: e nello universo della manifestazione, l'energia elettrica sempre presente, nonché l'incessante potere creativo e distruttivo. Esotericamente è la stessa cosa, essendo Fohat l'universale Forza Vitale propellente e, nello stesso tempo, il propulsore ed il risultante. Dalle Tenebre Eterne emerse la Luce periodica che proiettò un raggio, Fohat (lo Spirito Santo dei Cristiani), il quale penetrò e fecondò la Materia cosmica indifferenziata, Mulaprakriti. Questa, allora, cominciò ad aggregare e separare gli atomi per procreare suo figlio : l'Universo. Fohat è l'energia dinamica dell'Ideazione Cosmica, il mezzo intelligente, il potere che guida ogni manifestazione, il Pensiero Divino, trasmesso e reso manifesto dai Dhyan Chohan, gli Architetti del Mondo Visibile. Egli è il misterioso legame fra la Mente e la Materia, il principio animatore che elettrizza ogni atomo, dandogli vita. È il ponte per mezzo del quale le "idee" esistenti nel Pensiero Divino vengono impresse nella Sostanza Cosmica come "Leggi di natura". Fohat è il messaggero di Manu (o Dhyan Chohan) e provoca l'espansione dei prototipi ideali dall'interno verso l'esterno, cioè il graduale passaggio discendente di tutti i piani, dal più alto noumenale al più basso fenomenico, per sbocciare infine in quest'ultimo, in piena oggettività, che è il massimo dell'illusione, o materia allo stato più denso. Fohat è il veicolo dei Sette Primordiali, il Messaggero della loro Volontà, l'Igneo Turbine. Nel Cosmo non manifestato è una Forza creativa potenziale. Ma quando il Figlio divino "emerge", diventa Forza propulsiva, potere attivo, che è la causa per cui uno diventa due, poi tre, ecc. Nel Mondo Cosmico diventa un potere occulto, elettrico e vitale, che sotto la Volontà del Logos Creatore, unisce e raggruppa tutte le forme. Esso è il potere elettrico vitale personificato, l'unità trascendente che unisce tutte le energie cosmiche sia sui piani invisibili che su quelli manifestati. Sul Piano Cosmico è presente sia nel potere costruttivo che nella formazione delle cose. Sul piano terrestre è la forza magnetica ed attiva. Metafisicamente, Fohat è il Pensiero degli Dei oggettivato, il "Verbo fatto carne", la forza attiva della Vita Universale. Nel suo aspetto secondario è l'Energia Solare, il fluido elettrico vitale, il Quarto Principio preservatore, l'Anima animale della Natura, l'Elettricità celata e rivelata, la Vita. Fohat è il Costruttore dei Costruttori, Uno e Sette, lo Spirito dell'Elettricità che è la Vita dell'Universo. Ogni Mondo ha il suo Fohat, onnipresente nella sua sfera d'azione. Vi sono tanti Fohat quanti sono i mondi, e ciascuno di essi varia in grado e potere di manifestazione. I Fohat individuali formano un Fohat universale collettivo, aspetto-entità dell'unica assoluta Non-Entità che è Sat, l'Assoluta Essenza. Vi sono molti Fohat, ovvero molte Forze coscienti ed intelligenti. Fohat guida il passaggio dei principi da un pianeta ad un altro, da una stella ad un'altra. Esso è la Saggezza Assoluta che si riflette nella sua Ideazione, diventando Energia Cosmica. Vibrando in seno alla Sostanza inerte, Fohat la sospinge all'attività e dirige le sue differenziazioni primarie su tutti e sette i piani della Coscienza Cosmica. Esso è l'Intelligenza che vitalizza e dirige il Fluido elettrico, o vitale, dell'Universo. La Sostanza, o Materia, è il principio femminile passivo, Fohat è il secondo principio, Prana, maschile ed attivo. I sette fratelli, o figli, di Fohat sono le sette forze primarie della elettricità. Esso è la Luce Divina che emana dal Logos, la sintesi di tutte le Forze manifestate. In occultismo è la chiave che apre e spiega gli enigmi dei simboli e delle allegorie multiformi che si ritrovano nella mitologia di ogni nazione. Per gli Egiziani è Toom, nell'Avesta si chiama Apam-Napat e sta fra gli Azata del Fuoco e quelli dell'Acqua. Egli è il Figlio delle Acque, dove Acque sta per Etere, le Acque ardenti dello Spazio. E, quindi, è Akasha, padre-madre dei Sette Primordiali È Fohat che attraversa il cerchio con una linea verticale, poi una orizzontale, ed infine lo mette in moto. La croce in movimento, la svastica, è l'emblema dell'attività di Fohat, della continua rivoluzione delle "ruote", e dei Quattro Elementi, i Sacri Quattro, nel loro significato mistico e cosmico. L'Entità umana è il Raggio Settuplo emesso dall'Uno, ovvero i Sette Centri di Energia evoluti, o resi oggettivi, dall'azione di Fohat sull'Elemento Unico. Questo concetto rappresenta uno dei punti cardine per la comprensione della cosmogonia e lo si ritrova, sotto altri nomi e sotto altre forme, in tutte le religioni.

MAYA

 
(San.) - Illusione magica, gioco mediante il quale il Brahman genera gli esseri ed i mondi e li signoreggia, il potere che rende fenomenica l'esistenza e possibili le percezioni. Nella filosofia Indù solo ciò che è senza mutamento ed eterno è chiamato realtà; tutto ciò che è soggetto a cambiamento attraverso la decadenza e la differenziazione, e che ha quindi un principio ed una fine, è considerato maya - illusione. Questa potenza viene talvolta attribuita a diversi Dei o Asceti. Nel Vedanta "non dualista", Maya è il Cosmo, concepito come illusione e pertanto identica alla natura, o prakriti. Il suo simbolo è la rete. Maya, o Illusione, è un elemento insito in tutte le cose finite, poiché tutto ciò che esiste ha solo una realtà relativa, non assoluta, dato che l'aspetto assunto dal noumeno celato dipende dal potere di percezione dell'osservatore. Nulla è permanente all'infuori dell'unica Esistenza celata ed assoluta, che contiene in sè il noumeno di tutta la realtà. Le esistenze appartenenti a qualsiasi piano dell'essere, fino ai più elevati Dhyan Chohan, sono comparativamente simili alle ombre proiettate da una lanterna magica su uno schermo incolore. I limiti di questo mondo sono i limiti di Maya, ed il mondo stesso è Maya, l'Universo oggettivo come illusione temporanea. Maya è l'apparenza illusoria del susseguirsi degli eventi e delle azioni su questa terra; essa cambia a seconda dei popoli e dei luoghi. Letteralmente il termine significa "ciò che può essere misurato" ed in filosofia viene assunto come ciò che è soggetto a cambiamento attraverso decomposizione e differenziazione. Poiché ciò è caratteristica del mondo, allora Maya è il Mondo. Ma fra gli Indù ha anche un altro significato: Maya è figlia di Brahma e, come Venere, simboleggia la fecondità della terra. Maya era anche il nome della madre di Mercurio e di una figlia di Atlante. Fra gli antichi Germani, Maya era una Divinità che presiedeva alla tutela dei parti. E Maya è anche il nome di un antico popolo vissuto nel Centro America, forse fin dal tempo di Atlantide. Piramidi, camere mortuarie, sepolcri, avvicinano questo popolo alla cultura Egizia, al punto che Le Plongeon tentò di dimostrare che la cultura egizia derivava da quella Maya. Di questo antichissimo popolo non si conoscono le origini, e si sa solo che era diviso in tre categorie, riguardanti il luogo di stanziamento della popolazione: Maya dello Yucatan, Maya delle Montagne, Maya del Guatemala. Si trattava di una popolazione indigenza che occupava una vasta area dell'America Centrale; il cuore delle civiltà Maya era nella regione del Peten. La loro era una cultura raffinata che, per il livello delle manifestazioni artistiche, le conoscenze matematiche ed astronomiche, rappresentava una delle forme più interessanti del nuovo Mondo. Vi erano moltissime città, adibite quasi esclusivamente ad uso cerimoniale ed abitate dalla classe sacerdotale; la popolazione viveva nei villaggi tutto attorno, salvo affluire in città per le feste ed i mercati. La classe dei sacerdoti-scienziati si dedicava quasi esclusivamente alle speculazioni e con l'aiuto di strumenti rudimentali era riuscita a stabilire la lunghezza del raggio terrestre, la durata dell'anno solare e quella delle rivoluzioni di Venere. I loro calcoli usavano solo tre segni: una conchiglia simbolizzava lo zero, un punto indicava l'uno, una barretta indicava il cinque, e si basavano sul sistema vigesimale. Avevano due calendari, uno solare, l'altro rituale, studiati in modo che un determinato giorno si trovasse nella stessa posizione in entrambi solo ogni 52 anni. Questa scadenza poteva coincidere con la fine del mondo. Per le datazioni avevano un mitico punto di partenza corrispondente al 3113 a.C. La loro scrittura era ideografica ed è a tutt'oggi non decifrata, ad eccezione di date e nomi propri. La religione era politeista, con supremazia di alcune divinità che ricevevano sacrifici a base di sangue umano. Il declino di questo popolo fu dovuto forse ad epidemie, oppure a guerre e rivolte nate per motivi economici ed anche religiosi. Scomparvero verso la metà del XVI secolo, dopo l'arrivo dei conquistatori spagnoli.

LHA

 
(Tib.) - Gli spiriti delle sfere superiori, da cui il Lhasa, la residenza del Dalai Lama. L'appellativo di Lha, nel Tibet, è spesso dato ad alcuni Narjol (Santi o Yogi adepti) che hanno conseguito grandi poteri spirituali. Ma il termine, nel suo significato più semplice, significa "Dio" e nella Dottrina Segreta viene adoperato come sinonimo di Dhyan-Chohan. Nelle regioni trans-himalayane, Lha significa Spirito, qualsiasi essere superumano, e si applica a tutta la serie di gerarchie celesti, dall'Arcangelo, o Dhyani, fino all'Angelo delle Tenebre, o Spirito terrestre. Talvolta, con questo termine, vengono designati i Pitri ed anche gli Spiriti delle Sfere più alte. I Lha della Luna sono gli Spiriti Lunari, gli Antenati delle Forme. I Lha del Sole sono gli Spiriti Solari, quelli che scaldarono le ombre generate dagli Spiriti Lunari. Ciò è vero sia in senso fisico, che psichico e spirituale. Essi danno all'uomo il Raggio della Vita Divina, il solo capace di conferire all'uomo interiore (l'Ego che si reincarna) la sua immortalità. E Lha si chiamano anche i Figli della Sapienza, gli Spiriti della Sapienza che si rifiutarono di procreare.

LUCE

 
(Rel.) - In molte esperienze religiose ed in molte dottrine filosofiche, la luce è l'elemento simbolico fondamentale. La contrapposizione fra luce e tenebre, già presente nel Genesi, è posta dal cristianesimo in una visione di comodo : la luce è Cristo che, squarciate le tenebre del peccato, indica all'uomo la verità evangelica. In tal modo Cristo diventa "fotoforo", ossia "portatore di luce", che si dice anche Lucifero, piaccia o no ai cristiani. Se il Cristo è inteso quale Logos, siamo molto vicini alla verità; le Tenebre sono Padre-Madre e la Luce, il loro figlio. Le Tenebre nulla hanno a che vedere con il peccato dell'uomo; esse sono eterne, la Matrice dalla quale le Sorgenti di Luce appaiono e nella quale si immergono al loro scomparire. Sul piano mayavico temporaneo, luce e tenebre sono dipendenti l'una dall'altra, nell'ambito di quella dicotomia che rende possibile la vita dell'uomo. Ed anche nell'universo, la percezione della luce è diversa a seconda dell'occhio che la percepisce. Ma le Tenebre che riempiono lo Spazio illimitato sono la rappresentazione allegorica delle condizioni dell'Universo durante il Pralaya, o Riposo assoluto. E le Tenebre, a loro volta, nascono dalla Luce Assoluta. Secondo i Rosacroce, Luce e Tenebre sono la stessa cosa e diventano separabili solo nella mente umana. Le Tenebre sono puro spirito, base radicale e metafisica, unica realtà; la Luce è materia, effetto soggettivo, fulgore apparente, Illusione, Maya. Robert Fludd dice : "le Tenebre adottarono la Luce per rendersi visibili". La luce della coscienza è la luce del Logos, ed è questa luce che l'occultismo pratico adopera per rendere visibile il Logos, mediante figure geometriche. La luce del Logos è la radice del Sè mentale e del Sè fisico, la permutazione del mondo manifestato. L'aspetto noumenico della Luce è Aditi-Vach, o Sephira, che come Logoi femminili sono anche correlati al Suono ed all'Etere. Para è la luce ed il suono dell'Inconoscibile; quando è trasferita nell'ideazione del Logos, o nella sua luce latente, diventa pasyanti; quando diventa luce espressa è madhyama. Per la Cabala, Luce, Suono e Numero sono i tre fattori della Creazione. Per gli Occultisti, la Luce è Spirito e Materia allo stesso tempo. La vera Luce è quella dello Spirito, portata dai Figli della Luce emersi dall'Oceano di Luce. La scienza non sa cosa sia la luce. La definisce in molti modi, salvo a correggersi di volta in volta. Le molte ipotesi scientifiche sono state mode dalla effimera durata. In Iside Svelata, H.P.B. dice : "La Luce è la figlia primogenita e la prima emanazione del Supremo. La Luce è vita e principio vitale". Essa è il grande mago proteiforme che dà origine a tutte le forme ed agli esseri viventi. Nei suoi raggi si trova l'origine di tutte le azioni, sia fisiche che chimiche : essa dà la vita e la morte. Le Forze Creatrici, che nascono dalla luce del Logos, condensano la luce eterna sul piano oggettivo, facendola diventare materia grossolana. In Occultismo esistono tre tipi di Luce : Luce astratta ed assoluta - Sono le Tenebre. Luce del Manifestato-Immanifestato - La Luce del Logos. Luce riflessa nei Logoi - La luce dei Dhyan Chohan che la riversano nell'Universo oggettivo. Per la Cabala, la suddivisione è la seguente : Luce chiara e penetrante - Jehovah Luce riflessa - ........... Luce nell'astratto - Gli Elohim. Il libro scritto sulla Cabala si chiama Zohar (Luce) e spesso i Sephiroti vengono chiamati "Luci". Gli Gnostici consideravano il Serpente, l'Androgino, emblema di Sapienza e di Eternità. Esso era composto da Ennoia (la Mente divina, la Luce)) e da Agathodaemon (l'Ombra della luce); Luce ed Ombra, dunque, non esiste l'una senza l'altra, almeno nel mondo manifestato. Per gli Zoroastriani, Arimane è l'ombra manifestata di Ahura Mazda, che è la Luce. Male e Tenebre sono coeterni con il Bene e la Luce, mentre la Luce eterna è troppo forte per poter essere vista dallo intelletto umano. Nel Pimandro si dice : "Il Pensiero divino diventa Luce e Vita attraverso il Verbo". I Figli delle Tenebre sono superiori ai Figli della Luce, essendo le Tenebre la Luce Assoluta, quella più alta. Dio è Luce, Satana è l'Ombra; come può l'uomo vedere la luce senza la ombra ? Il termine Luce viene talvolta usato come sinonimo di Conoscenza e di Illuminazione. Il numero associato alla luce è il 3. In filosofia troviamo Aristotele che parla della luce come del quinto elemento, l'etere, composto di materia fluida e sottile. Per i Neoplatonici, la Luce è la manifestazione propria del Divino. San Tommaso, riprendendo il pensiero di Roberto Grossatesta, assume la luce come principio fisico originario da cui tutti gli enti derivano la corporeità. S.Agostino dice che l'uomo conosce i principi ideali per illuminazione, cioè attraverso lo aiuto di una particolare facoltà conoscitiva offerta da Dio. Per Maestro Eckart la luce è la scintilla dell'anima, l'elemento divino presente nell'interiorità di ciascun uomo.

LAMA

 
(Tib.) - Si scrive "Bla ma" e significa "Maestro". Se correttamente applicato, negli ambienti religiosi, l'appellativo appartiene soltanto ai sacerdoti di grado superiore che possono officiare come guru nei monasteri. Essi hanno raggiunto un altissimo grado di santità e di dottrina. Purtroppo, qualsiasi membro comune del gedun (clero) chiama se stesso, o autorizza gli altri a chiamarlo, "Lama". Un vero Lama è un Gelong ordinato e tre volte consacrato. Dopo la riforma fatta da Tsong-ka-pa, molti abusi si sono nuovamente insinuati nella teocrazia di quella terra. Ci sono i "Lama-astrologi", i Chakhan o comuni Tsikhan (da tsigan, "zingaro"), e i "Lama-indovini", anche se possono sposarsi e non appartenere affatto al clero. Comunque, sono molto scarsi nel Tibet orientale, poiché appartengono principalmente al Tibet occidentale ed alle sette che non hanno nulla a che vedere con i Gelupka (berretti gialli). Sfortunatamente, gli Orientalisti che non conoscono niente o quasi della reale situazione del Tibet, confondono il Choichong della Lamaseria di Gurmakhaya (Lhassa) - gli Esoteristi Iniziati, con i ciarlatani ed i Dugpa (stregoni) delle sette Bhon. Nessuna meraviglia se - come dice Schlagintweit nel suo Buddismo nel Tibet - "sebbene le immagini del Re Choichong (il "dio dell'astrologia") siano nella maggior parte dei monasteri del Tibet e dell'Himalaya, i miei fratelli non hanno mai visti un Lama Choichong". Questo è naturale. Nè il Choichong nè il Kubilkhan scorazzano per il paese. Come per il "Dio" o il "Re Choichong", egli è un "Dio dell'astrologia" non più di quanto lo sia un qualsiasi altro Dhyan Chohan "Planetario" ! Lama-Oceano è il Lama riconosciuto come Oceano della Saggezza; Dalai Lama è il Capo Supremo della chiesa tibetana ed anche il detentore del massimo potere politico; Teshu Lama è la massima autorità amministrativa; Panchen Lama è il capo spirituale. I Lama vivono nei monasteri o in eremitaggio e, oltre ad esercitare le funzioni strettamente rituali, presenziano alle nascite, alle morti, ai matrimoni, alle malattie, fanno oroscopi ed incantesimi, fabbricano immagini sacre.

KARSHVARE

 
(Zend) - Le "sette terre" (la nostra catena settenaria) governata dagli Amesha Spenta, gli Arcangeli o i Dhyan Chohan dei Parsi. Delle sette terre soltanto una chiamata Hvanirata - la nostra terra - è conosciuta dai mortali. Le Terre (esotericamente) o le sette divisioni (exotericamente) sono la nostra catena planetaria come descritta nel Buddhismo Esoterico e nella Dottrina Segreta. Tale Dottrina è chiaramente esposta nel Fargard, XIX, 39, del Vendidad. Dei Sette Mondi si parla anche nel Rig Veda, ma i Sette Karshvare sono più conosciuti sul piano exoterico, dove vengono considerati come parti del pianeta, separate dall'oceano. Cosa strana, non è possibile passare da un Karshvare ad un altro; il perchè è chiaro quando si pensi che l'oceano è lo spazio, e che quando un globo è concluso si passa al successivo, mentre non è possibile il contrario.

IU

 
-KABAR ZIVO (Gn.) - Nel Sistema Nazareno è conosciuto anche come Nebat-Iavar-bar-Iufin-Ifafin, il "Signore degli Eoni". È il procreatore (Emanatore) delle sette vite sante (i sette Dhyan Chohan primordiali, o Arcangeli, ognuno dei quali rappresenta una delle Virtù cardinali), ed egli stesso è chiamato la terza vita (terzo Logos). Nel Codex ci si rivolge a lui come al "Timone ed alla Vite dell'alimento di vita". Dunque è identico al Cristo (Christos) che dice: "Io sono la vera vigna e mio Padre è il Vignaiolo" (Giovanni, XV, 1). È risaputo che il Cristo è considerato dalla Chiesa Cattolica Romana il "capo degli Eoni" ed anche Michele "che è simile a dio". Questo era quindi il credo degli Gnostici.

GIVA

 
(San.) - Il Principio Vitale. Ogni atomo di Prakriti contiene Giva (Vita divina) ed è corpo di quel Giva che è in esso. Giva, a sua volta, è il corpo dello Spirito Supremo, poiché Parabrahman pervade ogni Giva, il quale è un centro di Vitalità Potenziale, un'intelligenza latente. Nel caso delle anime composte, Giva è una Esistenza intelligente attiva. Le Monadi Giva sono le anime degli atomi; assieme formano il tessuto di cui si rivestono i Dhyan Chohan quando debbono assumere una forma. In un certo senso sono le Monadi di Leibnitz. Come il Giva umano, passando in un nuovo utero, viene ricoperto di un nuovo corpo, così il Giva della Terra, passando attraverso la matrice dello spazio, ad ogni nuova ronda acquista un involucro nuovo e più perfetto. La reincarnazione dei Marut è il passaggio dei Giva umani (Monadi) da una Razza Radice alla successiva.

GENII

 
(Lat.) - Entità altrimenti dette Demoni, Deva, Dhyan Chohan, Chitkala, Kwan-Yin, ecc. Ve ne sono molti, diversi fra loro, tanti quanto le stelle. Ed ogni stella ha i propri geni, buoni e cattivi. Essi sono presenti in tutte le cose del mondo, prendendo ognuna in custodia non appena nasce. Cambiano continuamente girando in cerchio, attraverso il corpo permeano due parti dell'anima affinchè essa possa ricevere da ciascuna l'impronta della sua energia. Ma nè i Geni, nè gli Dei, hanno potere alla presenza di un solo raggio di Dio. Per i Babilonesi erano una classe di Spiriti inferiori a quella degli Anunaki, gli Angeli della Terra. Gli antichi sacerdoti li consideravano inferiori agli Dei, ma superiori ai Manu. Secondo Platone, Saturno, che amava l'umanità, pose a governarla non re o principi mortali, ma Spiriti e Geni di natura divina, superiore a quella dell'uomo. Secondo gli Gnostici, un nome per gli Eoni, o angeli. Legione è semplicemente il nome per le loro gerarchie e categorie.
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